Opera redatta nel 1917 e ispirata all’omonima novella pubblicata sul Corriere della Sera nel 1910. Prima della versione italiana, Pirandello ne scrisse una in lingua siciliana.
Ci fu poi una versione cinematografica nel 1936.
Protagonista è un vecchio insegnante di liceo: il Professor Toti, oramai incapace di tenere l’ordine e la disciplina in classe, profondamente amareggiato nei confronti dell’intera società, e in conflitto con tutti.
Per vendicarsi dello Stato, in quanto colpevole, a suo dire, di averlo sottopagato e, quindi, di non avergli dato la possibilità di formarsi una famiglia, decide di prendersi in moglie una ragazza molto più giovane di lui: Lillina, che potrà così, una volta dipartito, assicurarle la sua pensione, e non lasciarla al Governo.
Ma Lillina è incinta: aspetta un figlio il cui padre è un ragazzo del paese di nome Giacomino, un ex allievo del Professore: Toti non si sconvolge, e approva un “ménage a trois” consapevole delle malignità della gente, ma dove, secondo i suoi piani, il ragazzo potrà continuare ad adempire ai doveri matrimoniali, mentre il ruolo giuridico e formale di capofamiglia resterà a lui.
Avviene il matrimonio, Lillina diventa madre, Toti alleva il figlio come se fosse suo, trova un lavoro in banca a Giacomino ma questi, poco dopo, su pressione della sua stessa famiglia, causa la vergogna, e anche di un prete, Padre Landolina, che rappresenta la “religiosità” di una Chiesa corrotta negli ideali, sparirà e non andrà più a trovare Lillina.
La giovane cade nella più profonda disperazione e il Professore decide di affrontare di petto la famiglia di Giacomino, portando con sé, a casa loro, anche il figlio.
L’epilogo volge al dramma, quando Giacomino, convinto da Toti di riconoscere il figlio e di ricongiungersi con Lillina, lascia la casa per raggiungere la sua compagna, ma inseguito da Padre Landolina, che cerca di dissuaderlo, questi viene messo a tacere da Toti con una celeberrima battuta: “Vade retro! In che crede lei? Lei neanche a Cristo crede!”
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